lunedì 25 marzo 2013

Fideuà, fortissimamente fideuà

Si vede che la fideuà mi è piaciuta? :)
Non so se è per il gusto che acquista la pasta cotta in questo modo o per il fatto che si sporca solo una padella :) Il mantra delle mie due fideuà, infatti, è "mettere da parte".

Nello scorso post abbiamo raccolto parecchie adesioni per una gita all'Isolachenoncè. Appena la trovo organizzo una mailing list e vi mando l'indirizzo, promesso! Intanto vi dico che ho in mano un biglietto aereo e non so se la destinazione si rivelerà la mia Isolachenoncè, ma per ora mi basta avere un progetto e, in qualche modo, una speranza. Ma vi aggiornerò con calma, a tempo debito :)

Mi sento più serena. Ho preso una decisione, mi metterò alla prova, mi darò una possibilità e spero, ovviamente, di raccogliere i frutti. Le vostre energie positive sono ben accette, anzi: sono fondamentali!

Ora passo la parola alle fideuà: la monella di casa reclama attenzioni (e reclama anche il pc -mio-) e devo preparare un dolcetto per festeggiare l'arrivo di un'amica.

A presto,
un saluto da una Vale fiduciosa :)









Fideuà di broccoli e semi di sesamo, con salsa alle nocciole



INGREDIENTI per una porzione:

70 g spaghetti tagliati
3 mestoli di brodo vegetale
mezzo broccolo precedentemente lessato
1 cucchiaio di semi di sesamo

Per la salsa alle nocciole (nogada):

2 cucchiai di nocciole
1 spicchio d'aglio (se non dovete baciare nessuno!)
olio evo q.b.

Preparare il brodo vegetale (come qui).

In una padella (io ho usato quella di ceramica) tostare i semi di sesamo, quindi metterli da parte.
Nella stessa scaldare due cucchiai d'olio evo e far tostare la pasta e sistemarla in un piatto, coprendola.
Nella stessa padella (ecco il bello della fideuà!) aggiungere altro olio (1 o 2 cucchiai) e ripassare i broccoli per qualche minuto: non vorremo mica mangiarli lessati? che abruzzese sarei? Tenere da parte.
Versare il brodo (indovinate in quale padella? Ebbene sì, la stessa) e portarlo a bollore, quindi unire la pasta e farle assorbire il liquido. Quando sarà quasi completamente asciutta, aggiungere i broccoli. Alla fine unire i semi di sesamo.

Per la salsa:
versare nel mixer le nocciole e l'aglio, frullare versando l'olio a filo, fino ad ottenere una salsa ben emulsionata.







Fideuà al radicchio con chutney di mele e cipolle rosse



INGREDIENTI per una porzione:

70 g spaghetti tagliati
3 mestoli di brodo (qui)
mezzo cespo di radicchio
cipolla q.b.
olio evo

Per il chutney (ne avanzerà una metà):

1 mela verde
1 cipolla rossa
mezza tazzina da caffè di aceto di mele
1 tazzina d'acqua
sale e pepe
zenzero fresco



Lavare e mondare il radicchio e affettarlo.
Tostare gli spaghetti (come sopra).
Nella stessa padella aggiungere dell'olio e poca cipolla tagliata finemente e far soffriggere il radicchio, quindi metterlo da parte e versare il brodo. Quando bolle versare la pasta e, quasi a fine cottura, unire il radicchio.

Per la salsa:

tagliare la mela a cubetti e la cipolla a fettine sottili. Soffriggere un paio di cucchiai d'olio evo in una pentola anti-aderente e unirvi mela e cipolla, abbassare la fiamma, quindi lasciar cuocere per 5 minuti, mescolando. Unire aceto, acqua, sale e pepe, coprire e far cuocere 25 minuti. Prima di aggiungerla alla fideuà, grattugiarvi un pezzetto di zenzero fresco.






La fideuà mi ha conquistato e se per la prima ho cercato ispirazione, per queste due mi sono rivolta alla... cambusa! Ho aperto il frigo e la dispensa e mi sono buttata. Be', io sono soddisfattissima delle due versioni, le ho mangiate con molto gusto! broccoli e nocciola sono fatti per stare insieme (poi non dite che non ve l'ho detto!) e il chutney (che non avevo mai provato) è stata una rivelazione e con il radicchio si bilanciava benissimo! Marò, l'MTC quante cose ci fa fare :D



lunedì 18 marzo 2013

Vegan Fideuà

"E così, con qualche battibecco, ma nel complesso con molta allegria, procedevano verso l'Isolachenoncè. Dopo molte lune la raggiunsero, e, ciò che più conta, ci arrivarono andando sempre dritti per tutto il tempo, e forse non tanto grazie alla guida di Peter e Campanellino, ma perché l'isola li stava aspettando. Solo così è possibile avvistare quelle spiagge incantate. Strano a dirsi, la riconobbero tutti all'istante e la salutarono non come una cosa a lungo sognata e finalmente trovata, ma come un amico di famiglia che si rincontra dopo le vacanze."

Da quando ci barcamenavamo tra gli indizi dell'MTC di questo mese, una sola cosa era chiara: il coinvolgimento dei pirati. E da pirati ad arrivare a Peter Pan il passo per me è stato brevissimo. Un libro che ho letto due anni fa e, come tutti i libri per bambini, ha molto da insegnare agli adulti. Peter non è più un uccello e non sarà più un bambino, è un po' meschino, in realtà, ma ha anche qualche ferita di troppo da guarire. Campanellino è una strega :D altro che fatina dolce! E Capitan Uncino... ha la mania dell'igiene! Lo so, come sinossi fa un po' pena, ma è una lettura che consiglio a tutti e se qualcuno riesce a trovare l'Isolachenoncè... be', mi mandasse l'indirizzo :)


E a proposito di isola, questo piatto ha i sapori freschi dell'estate, ma con quel tocco pungente dello zenzero e l'aroma leggerissimo e invernale dei chiodi di garofano. Non mi sono fatta mancare nulla, insomma.

La fideuà è un piatto che non conoscevo assolutamente, ma mi è piaciuta molto. Inizialmente ne avevo un'altra in mente, ma poi è arrivato un cestino di zenzero, regalo di un'amica, che volevo onorare e, partendo da una ricetta trovata su un vecchio numero di "donna moderna", ho prodotto questa mia personalissima fideuà, senza pesce e totalmente vegana, per palati forti: il limone deve piacere ed io lo adoro, mia madre, invece, mi guardava perplessa.

Ancora una volta grazie all'MTC ho imparato qualcosa di nuovo: grazie Mai!




INGREDIENTI  per una porzione:

brodo q.b. (circa 3 mestoli)
70 g spaghetti spezzati n. 38
buccia di mezzo limone bio
60 g anacardi (preparatene 200 g, sapete, stuzzica ora, stuzzica dopo...)
3 fettine sottili di zenzero

INGREDIENTI per la salsa:

succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio
pochissimo zenzero fresco grattugiato
un pizzico di sale

INGREDIENTI per il brodo vegetale:

1 carota
1 gambo di sedano verde
mezza cipolla
1 chiodo di garofano infilzato nella cipolla
sale grosso
3 l d'acqua


Preparare il brodo: lavare e mondare le verdure, versale nella pentola con l'acqua fredda, portare a ebollizione, salare e far cuocere 1 ora e mezza. Filtrare.

Lavare il limone e, con un pelapatate o un coltellino affilato, tagliare la buccia, facendo attenzione a non prelevare la parte bianca, quindi tagliarla a fiammiferi.
Affettare a fiammifero lo zenzero.


Scaldare un cucchiaio d'olio in una padella piuttosto larga (la pasta dovrà entrarci in uno strato solo) e far tostare la pasta, quindi metterla da parte.
Nella stessa padella (io ne ho utilizzata una in ceramica) scaldare 2 cucchiai di olio extravergine e aggiungervi limone e zenzero, farli soffriggere un paio di minuti quindi versare il brodo, avendo cura di non metterne troppo: eventualmente si aggiungerà poi.
Quando il brodo raggiunge il bollore, gettarvi la pasta, che dovrà assorbire tutto il liquido.
Sciacquare gli anacardi, se sono salati, e asciugarli con uno scottex.

Preparare la salsa: versare tutti gli ingredienti in un barattolino e agitarlo.

Quando la pasta sarà cotto e il brodo ritirato, aggiungere gli anacardi tritati grossolanamente.

Versare la salsa e mangiare quando è ancora calda.



La pasta cotta così acquista moltissimo sapore e il condimento è saporito  e pungente come piace a me e gli anacardi completano il tutto, anche per la nota croccante che aggiungono.
Be', io sono soddisfatta :)

Speriamo che questo piatto mi avvicini di un passo all'Isolachenoncè. La troveremo, Annina, la nostra isola ;)

Con questo piatto partecipo all'MTC di Marzo



mercoledì 13 marzo 2013

Torta morbida ai mandarini con crema (glu-free) di... mandarini!

Oggi qualcuno mi ha ricordato che ho un blog e ho pensato che fosse un peccato abbandonarlo così. Un peccato per me, si intende, che voi non vi perdereste granché!
Mi manca la voglia di scrivere e mi manca la voglia di cucinare. Voi direte: e che hai voglia di fare? Vorrei solo svegliarmi una mattina e vedere che qualcosa è cambiato. E se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda, è vero anche che bisogna avere radici solidi, per oscillare senza spezzarsi.

Che ventata di allegria, eh? Prendetevela con Mary! :)

Io mi rendo conto di sembrare una pazza affetta da disturbo bipolare: vorrei dire che sono lunatica, in realtà nell'ultimo anno sono successe diverse cose, delle quali non vi ho mai parlato apertamente, e questo magari non depone a favore della mia credibilità.
Ho vissuto un momento molto difficile, di depressione e apatia. E non è facile uscirne quando non hai nemmeno l'impegno del lavoro a trascinarti fuori di casa. Allora ti ci recludi, in quella casa. Ho fatto terra bruciata intorno a me, perché la rabbia verso il mondo ha colpito tutti, indistintamente. E solo pochissime persone sono riuscite a rimanermi accanto, prendendosi il peggio. Sorvolo sulle persone che non ci sono state: le amicizie finiscono, succede.
Poi mi sono rialzata, da sola, ho fatto pace col mondo e ho cercato di ricostruire i legami importanti, un passo alla volta. Avevo preso una decisione, avevo un progetto. E il mondo mi è crollato addosso. Di nuovo. Con un dolore che non è nuovo, ma che ritorna. E allora capisci che quella sensazione di non andare avanti, ma di rimanere ferma, non è solo una sensazione. Ed io mi sento Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento.

Forse ora avete un pezzetto in più del puzzle, o magari vi ho solo creato più confusione.

Il post di oggi me lo dedico. Perché so che mi merito anch'io un'esplosione di colore e di sapori. Nuovi e dolci. Di amaro, ammetto solo il retrogusto. Come quando addenti un pezzo del miglior cioccolato fondente :)


Una torta inventata per utilizzare una marea di mandarini troppo aspri da mangiare in purezza. Un risultato ottimo, non me lo sarei aspettata!





INGREDIENTI per uno stampo da 28 cm di diametro

Per la torta:

450 g di mandarini (peso da sbucciati)
45 ml di olio di semi
300 g di zucchero
200 g farina
4 uova
1 bustina di lievito
buccia grattugiata di qualche mandarino
un pizzico di sale

Per la crema (senza uova, senza latticini e gluten-free):

600 g di mandarini (peso da sbucciati)
150 g di zucchero (ma vale la prova assaggio)
2 cucchiai abbondanti di fecola


Per la base:

Frullare i mandarini fino a ridurli in purea.
Setacciare la farina e mischiarvi lievito e sale.
Montare le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e gonfio (5 minuti in planetaria), quindi unirvi l'olio.
Ridurre la velocità delle fruste e unire la farina in 3 volte, alternandola con la purea di mandarini.
Versare il composto su una teglia ricoperta di carta forno bagnata e strizzata e infornare a 170° per circa 40 minuti, ma vale la prova stecchino!
Far raffreddare per 10/15 minuti nella teglia prima di sformarla: è molto delicata.

Per la crema:

frullare a purea i mandarini.
Sciogliere la fecola setacciata in qualche cucchiaiata di purea, mescolando con una frustina a mano.
Versare il resto della purea in una pentola ed un unire lo zucchero un po' per volta, mescolando ed assaggiando: i miei erano piuttosto amari e ce ne sono voluti 165 g. Mettere la pentola sul fuoco a fiamma dolce e mescolare per far sciogliere lo zucchero. Quando inizierà a bollire, versare il composto di fecola e continuare a girare fino all'addensamento della crema. Ricordate che la crema, raffreddandosi, si rapprenderà ancora un po'.


Assemblare la torta: tagliare la base a metà, spalmare la crema e coprire con l'altra metà. Lasciar riposare (anche fuori dal frigo) qualche ora prima di mangiarla.
Spolverare di zucchero a velo.



Morbida, fresca e leggera, è ottima anche senza farcitura.
La torta si mantiene soffice e umida per diversi giorni e si conserva fuori dal frigo!

lunedì 4 marzo 2013

Plum cake alla cannella

Buon inizio settimana!
Come state?
Qui c'è un sole bellissimo, e io finalmente mi sento meglio. Da una settimana combatto contro le allergie, non si sa a cosa. Io sospetto di essere allergica alle rotture di scatole :D

Oggi però mi sono svegliata e vedevo il sole, è lunedì ed io ne approfitto per iniziare questa settimana occupandomi di alcune cose che spero diano i loro frutti. Inoltre sono a buon punto con le mie traduzioni e questo mi solleva.
Non è facile trovare un appiglio, non lo è dopo che l'ennesimo dolore mi ha buttata a terra. Il pensiero che qualunque cosa io faccia sia inutile, perché tanto la Vita fa e disfa a suo piacimento, è predominante. Ma bisogna sostituirlo, lasciare che prima l'inerzia, l'istinto di sopravvivenza, e poi l'entusiasmo in qualcosa prendano il sopravvento. Io per ora mi aggrappo all'istinto di sopravvivenza :) e cerco di vedere questo inizio di primavera come un incoraggiamento!

E vi propongo un dolce tutto invernale, dal sapore, fortissimo, di cannella.






INGREDIENTI per uno stampo da plum cake da 25 cm

220 g farina
100 g zucchero di canna
100 ml latte
50 g burro fuso e raffreddato
1 uovo grande
1 cucchiaino di lievito
2 cucchiaini di cannella
pizzico di sale

Per guarnire:

un cucchiaio di burro fuso o miele
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella


Fondere il burro a bagnomaria e farlo raffreddare.
Mescolare la farina setacciata con lo zucchero, la cannella, il sale ed il lievito. Aggiungere il latte, il burro e l'uovo e mescolare con le fruste elettriche (o a mano, se avete abbastanza forza :) ) fino ad ottenere un composto omogeneo ma denso.
Versare nello stampo imburrato e infarinato e cuocere a 170° per circa 25 minuti, o finché lo stecchino inserito non uscirà asciutto
Una volta sfornato, togliere dallo stampo e spennellare con il cucchiaio di burro fuso (o il miele) e ricoprirlo con lo zucchero di canna mescolato con la cannella.




è morbido ma compatto ed è una consistenza che mi è piaciuta moltissimo: la fetta si regge in mano senza sbriciolarsi ;)