... preparata in un pomeriggio d'autunno con temperature estive! Perché
mi piace confondermi le idee l'MTC di questo mese chiama ed io, anche se da poco, non posso non rispondere! Confesso che, tanto per cambiare da quando ho iniziato, ero scettica: non sulla ricetta, ma sulle mie capacità! Timori, in parte, infondati: la sfoglia della Pasqualina proposta da
Vitto è eccezionale, e con un po' di pratica regala grandi soddisfazioni. E poi quel lavorarla muovendola sui pugni fa proprio donna d'altri tempi (e chi mi legge da un po' sa che io sono una mancata Jane Austen -ok, la battuta sulla zitellagine è facile e scontata, ma ve la concedo).
Io ho deciso di cimentarmi con l'originale: mi sembrava doveroso, prima di
sfregiarla interpretarla. Ho perso parecchio tempo aspettando le bietole: non se ne vedeva neanche l'ombra -i contadini del mercato danno la colpa al caldo di quest'estate; io al caldo di quest'estate attribuisco tutti i mali del mondo, pertanto concordo con loro.
Ieri finalmente ho recuperato le bietole e proceduto: le mie sfoglie erano sottilissime al centro e più spesse ai bordi, e l'ultima era così sottile da bucarsi: ergo, perdeva aria e si è sgonfiata subito. Però: lei ha perso ed io ho vinto. Ho vinto una pasqualina s-cupolata ma buonissima: è stata la mia colazione di stamattina e metà del mio pranzo (nonché il pranzo della mia vicina). L'MTC sta per scadere, ma, in tempo o no, io ci riproverò: voglio quella cupola. Anche perché questa pasta è favolosa: profuma, è friabile, scrocchiarella e leggera. E vi pare poco? :)
Ok, passiamo alla parte interessante (che non è la foto, bensì la ricetta della Vitto):
Per la ricetta: copio dalla Vitto, dato che ho seguito pedissequamente, tranne che per il formaggio: per motivi geografici, ho usato della ricotta. E tranne che per la cupola, ehm :D
Pasta: Impastare 300 gr di farina “0” (meglio manitoba regge meglio
quando si tira sottile) con sale, 30 gr di olio, ½ bicchiere di vino
bianco secco e circa ½ bicchiere di acqua bastante per una pasta morbida
(circa 150 gr di liquidi), ma non appiccicosa. Dividere in 5 palline e
fare riposare coperta almeno 1 ora, meglio 2.
Pulite 1,2 kg di bietole, togliendo quasi tutta la parte del gambo,
tagliatele a striscette e saltatele in padella con olio e.v.o.
maggiorana e cipolla tritata. Deve asciugarsi bene l’umidità. Lasciare
raffreddare.
In una ciotola lavorate 250 gr di “prescinseua” genovese con 50 gr
circa di parmigiano grattugiato, un pizzicone di maggiorana, sale e
pepe.
Stendete una pallina in una sfoglia sottile e foderate il fondo e le
pareti di una teglia tonda (diametro 22-24) unta d’olio facendola un
poco debordare (ungete anche il bordo della teglia altrimenti la pasta
si strapperà quando dovrete arrotolarla) Ungete la pasta di olio con il
pennello, stendete la seconda sfoglia. Versate dentro le bietole, sopra
il composto di formaggio.
Poi con il dorso di un cucchiaio fate 3 o 4 incavi a distanza regolare e
in ognuno rompete un uovo; salate e pepate e versate un filino d’olio
su ognuno. Le altre 3 sfoglie devono essere tirate sottilissime e non
devono assolutamente avere buchi; io le tiro prima con il matterello e
poi mi aiuto allargando la sfoglia con i pugni infarinati e ruotandola
(non è facile farlo senza bucare la sfoglia).
Tirare la prima delle tre sfoglie e coprire il ripieno facendo debordare
la sfoglia di lato. Ungere bene la superficie con un pennello o con le
dita delicatamente (sotto ci sono le uova intere!!!). Appoggiare la
seconda sfoglia, ungere bene, appoggiare al bordo una cannuccia per
soffiare aria fra uno strato e l’altro di pasta del coperchio,
appoggiare l’ultima sfoglia e ungete anche questa molto bene. A questo
punto arrotolare il bordo a cordoncino (se è troppo tagliarne una parte
con le forbici).
Se usate una cannuccia con il gomito non ci sarà rischio che qualche
micro goccia di saliva arrivi alla torta, terrore di molti!!! Una volta
si usava un maccherone lungo!
Quando è ben gonfia come un palloncino togliete rapidissime la cannuccia e sigillate l’apertura.
Infornare a 180° per 40-50 minuti o fino a doratura della pasta.
Appena tolta dal forno spennellate delicatissimamente di olio.
Raffreddandosi la pasta si ammorbidirà e, se l’avrete fatta abbastanza
sottile, scenderà come un velo!
Con questa Pasqualina sgarrupata partecipo all'MTC di settembre:
A prestissimo (già lo so, con un'altra pasqualina),
Vale*
P.S: prima o poi imparerò a fotografare senza regalarvi squarci del mio balcone!